Radio Sandonà ha continuato
anche ieri con la sua programmazione. Lo ha voluto Andrea,
il fratello, lo hanno deciso insieme i soci della cooperativa
ed i ragazzi che ci lavorano. Perché la radio "era"
Alberto Landi e lui ci ha sempre dedicato anima e cuore. «Perché
– aveva scritto nel suo ultimo editoriale pubblicato
sul sito della radio – quando una signora di 92 anni
ti ringrazia perché trasmetti la messa della sua chiesa,
basta e avanza per dare il senso ad un impegno».
Ma ieri, con la programmazione che proseguiva, Alberto non
c’era più nella palazzina di via Battisti, al
civico 78, nella sede. Non era lì che preparava la
rassegna stampa, che di primo mattino anticipava a qualche
amico, al telefono. Non era a impartire ripetizioni di matematica
a qualche studente che faticava. Il suo corpo senza vita è
stato trovato all’alba sul tetto di un’abitazione
di via Marconi. Al sesto piano dell’edificio in cui
abitava, in pieno centro cittadino, i carabinieri hanno trovato
i segni del suo tragico gesto. Ancora appoggiata alla ringhiera
della terrazza, la scaletta per passare dall’altra parte.
Alberto, che aveva compiuto 55 anni lo scorso ottobre, risiedeva
al piano terra.
Nessun biglietto è stato trovato dagli inquirenti,
che starebbero vagliando alcune email che negli ultimi tempi
mandava a degli amici della capitale. I familiari e i tanti
amici non riescono a darsi pace: nessun segnale, nessun sintomo,
nessuna frase che potesse far pensare ad uno stato d’animo
combattuto, se non problemi sentimentali. «Alberto non
poteva fare una cosa del genere, non poteva», continua
a ripetersi il fratello Andrea, che lo ha sentito l’ultima
volta sabato; il caso ha voluto che fosse proprio dalla radio:
è stato quando, dalla regia, gli ha passato la linea
per la diretta dell’incontro di volley femminile. La
radio ieri ha continuato a suonare. Ed era tutto per Alberto.
Fabrizio Cibin |