SAN DONÀ DI PIAVE -
Dietrofront, non è necessario il taglio indiscriminato
degli alberi lungo il fiume Piave. Devono essere eliminate
esclusivamente le piante morte, malate, inclinate ed incombenti
sul fiume, che si trovano lungo le fasce delle rive per evitare
che, in occasione di piene, vengano trascinate dalla corrente
e vadano a fermarsi in corrispondenza dei ponti, ostruendo
il deflusso dell'acqua.
Sono queste alcune anticipazioni sulle conclusioni a cui è
giunto il comitato tecnico-scientifico istituito nell'aprile
scorso dalla Provincia proprio per valutare i lavori di manutenzione
della golena fluviale decisi dalla Regione, dopo la coralità
di proteste di comitati cittadini e associazioni che contestavano
il completo disboscamento delle sponde del Piave. E non basta,
perché si chiede di effettuare specifiche indagini,
con una mappatura delle piante morte o malate senza limitare
l'intervento al Sandonatese, ma estendendolo da Ponte di Piave
fino alla foce.
Proprio in seguito alla sollevazione suscitata dal taglio
degli alberi, in primavera i lavori erano stati sospesi ed
avrebbero dovuto riprendere in questi giorni. Finora, però,
l'intervento di disboscamento non è ripreso. Ieri mattina,
in consiglio comunale a Musile, l'assessore all'ambiente Alberto
Teso ha anticipato i contenuti della relazione del comitato
tecnico-scientifico, che prevedono una modifica significativa
al progetto regionale, a partire da un'approfondita indagine
conoscitiva per una selezione degli alberi da tagliare e per
la salvaguardia idraulica e ambientale, anche con l'installazione
di due stazioni di misurazione. «Sarà necessario
fare un nuovo appalto dei lavori» prevede l'assessore
Teso.
Il comitato di esperti ritiene necessario anche un Piano di
gestione integrato delle aree golenali per coordinare gli
interventi a lungo termine che prevedono, tra l'altro, la
progressiva eliminazione delle coltivazioni di mais e delle
abitazioni nella golena.
Emanuela Furlan
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