Vodo
È stato un giorno di festa per Vodo, il paese della
Valboite disteso tra Pelmo e Antelao, che forse non aveva
mai visto prima tante personalità riunite in "un
fazzoletto di terra", attorno al presidente della Regione
Giancarlo Galan, ai suoi collaboratori e alle autorità
provinciali e locali: il prodigio l’ha fatto l’inaugurazione
della "lunga via delle Dolomiti": 53 chilometri
da Calalzo a Carbonin-Cimabanche perfettamente agibili, in
costante pendenza su percorso dedicato. Proiettata nel futuro,
la ciclabile è un’opera definita da tutti «un
gioiello, un ponte tra passato e futuro, un anello di collegamento
tra l’Europa e l’Adriatico». Vista da vicino,
è una risorsa che arricchisce l’ineguagliabile
panorama dolomitico, è una occasione da sfruttare con
lungimiranza, uno scrigno di meraviglie alla portata di tutti.
Si passa tra boschi e paesi bellissimi, attorniati dalle più
belle cime dolomitiche; Antelao, Sassolungo di Cibiana, Pelmo,
Rocchette, Croda da Lago, Croda Marcora Faloria, Cristallo,
Pomagagnon, Fiames, Cinque Torri, Tofane, Monte Piana, Tre
Cime di Lavaredo, Tre Scarperi, Picco di Vallandro. Nel saluto
di benvenuto, Darco Pellos, commissario del Comune ospitante,
ha detto: «Le genti cadorine, tradizionalmente legate
alla loro capitale veneta, sapranno custodire e valorizzare
nel migliore dei modi un patrimonio affidato alla fruizione
pubblica». Ma Galan è andato ancora più
avanti: «Il Veneto è il luogo delle piste ciclabili
e la Regione ha fatto e sta facendo la sua parte. Se Tremonti
non ci mette lo zampino, il bilancio del Veneto potrà
contare ancora su 70/80 milioni di euro, risorse accantonate
nelle pieghe delle disponibilità dell’Europa,
per investire sulle infrastrutture del futuro». Un cenno
l’ha riservato anche a Cortina: «Perchè
si possa dire che la "lunga via" è veramente
finita, Cortina deve prendere in esame qualche problemino
di transito della pista sul suo territorio e impegnarsi di
più, concretamente, per risolverlo». Così
come serve una più fattiva collaborazione tra Trenitalia
e la federazione che rappresenta gli appassionati: Luciano
Renier, coordinatore regionale della Fiab, l’ha detto
senza mezzi termini. Prima di tagliare il nastro dell’inaugurazione
della "lunga via delle Dolomiti" e, inforcata la
bici, muovere i pedali in direzione di Calalzo, Galan si è
lasciato andare ad espressioni di ammirazione e di coinvolgimento
per la conclusione di un'opera in cui la Regione era impegnata
direttamente. «Sappiamo che dire Dolomiti significa
investire sul sicuro - ha detto ancora - ma l’ingresso
nel ristretto novero dei patrimoni mondiali che l’Unesco
vuole tutelare e proteggere da ogni incursione speculativa
vuol dire puntare ancora di più al rispetto e alla
tutela dell’ecosistema tra i più delicati e fragili.
La pista ciclabile, infrastruttura che la Regione considera
con grande attenzione, ne è un altro autorevole ed
eloquente garante». «Credo si tratti di una tappa
molto importante nello sviluppo turistico della provincia
- ha sottolineato l’assessore regionale ai trasporti
Renato Chisso - come è stato per la Dobbiaco-Lienz
che sta facendo registrare la presenza di centinaia di migliaia
di appassionati della bici, così può avvenire
per questo tratto che si snoda attraverso percorsi magnifici,
in un panorama assolutamente unico. Uno sfogo che attrae e
attira; quindi una occasione di crescita ulteriore per tutta
la zona». Insomma, una risorsa ormai stabilmente insediata
sul territorio e una occasione per gli operatori di sviluppare
altre opportunità.
Bortolo De Vido |
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