Martedì, 24 Ottobre 2006
CEGGIA. LO STUDIO D’IMPATTO AMBIENTALE DEPOSITATO IN PROVINCIA E IN COMUNE

Ex zuccherificio, via libera al progetto

Sarà ridotta l’altezza massima degli edifici e mantenuta la grande vasca interna ad oasi naturalistica

Ceggia
Con il deposito in Provincia e in Comune dello Studio d'impatto ambientale del Piruea dell'ex zuccherificio Eridania entra in una fase cruciale il progetto di riqualificazione urbanistica dell'area più importante della storia recente di Ceggia. Una strada che si presenta in discesa. Un sostanziale via libera al progetto viene infatti un po' da tutti, ad iniziare dall'agguerrito Comitato cittadini per il territorio. Il lavoro di coinvolgimento di forze politiche, associazioni e cittadini consente al sindaco Massimo Baraldo di potere vantare una scelta condivisa dall'intera comunità ciliense. "Tale e tanto - sostiene Beraldo - è stato il lavoro per definire il Piruea dell'ex zuccherificio in commissione consigliare, nel rapporto con le associazioni e i cittadini, da potere affermare che sostanzialmente sono state recepite le osservazioni presentate, se non in tutto almeno per il 90 per cento. La stessa Rifondazione Comunista che pure no ha approvato il Piano in consiglio comunale, in quanto chiedeva un preventiva Valutazione d'impatto ambientale, ha data atto del lavoro svolto".

Ma la vera impresa è stato accontentare proprio il Comitato cittadini per il territorio, accettando nella sostanza le sue osservazioni e nel coinvolgimento per la riqualificazione urbanistica dell'architetto veneziano Feiffer, un luminare nel campo della conservazione dei beni monumentali. A Ceggia non si è infatti dimenticato la sua opera per il restauro dell'oratorio Bragadin. Certamente ha aiutato nell'arrivare a decisioni condivise le grandi dimensioni dell'intervento che hanno consentito alla proprietà di "sacrificare" non pochi metri cubi per un insediamento in cui l'aspetto di sostenibilità e qualità ambientale ha numeri veramente notevoli. Ecco alcuni dati. Premesso che l'area d'intervento, circa 200mila metri quadri di superficie, è vincolata sotto il profilo dell'archeologia industriale, è prevista la conservazione dell'intero volume del corpo di fabbrica dello stabilimento, all'interno del quale saranno ricavati 6512 quadri di superficie netta di pavimento da destinare a residenziale, commerciale e direzionale; altri 31613 metri quadri saranno ricavati all'esterno, portando così ad un massimo di solo 400/500 persone insediabili. E questo è già un dato clamoroso se si pensa che inizialmente si parlava di migliaia di persone.

"Togliendo dal dato complessivo - spiega il sindaco Beraldo - tutta la superficie prevista all'interno dello stabilimento siamo riusciti a ridurre l'altezza massima degli edifici da cinque a tre piani". Inoltre per quanto riguarda gli aspetti di qualità ambientale bisogna ricordare la conservazione di una vasca di 50mila metri a oasi naturalistica; lo sviuppo del verde e della rete di piste ciclabili interne, partendo dal percorso dei vecchi binari della ferrovia, il sottopassaggio ciclopedonale di collegamento con il centro attraverso la statale Triestina lungo il Piavon, la realizzazione della rotatoria nell'innesto di via Fossà con la statale, la cessione gratuita al Comune dell'ex casa dei finanzieri restaurata, da destinare a centro di educazione ambientale, gli standard costruttivi in conformità alla casa clima (clima-huose) adottati dalla Provincia di Bolzano; la stretta osservanza delle prescrizioni finalizzate al risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili. E non ultimo l'erogazione al Comune di "1milione680mila euro più Iva" da destinare in opere pubbliche: "Con questi soldi - conclude Beraldo - pensiamo di completare la rete comunale di piste ciclabili".

Maurizio Marcon