Domenica, 24 Agosto 2008
Salvaguardia dell’ambiente. Palma d’oro a Padova con una rete per le bici di 88 chilometri. A Verona boom di aree verdi: 350 \% in più dal 2002
Piste ciclabili, il Nordest insegue l'Europa
In cinque anni sono aumentate del 100 per cento, ma siamo quattro volte sotto gli standard della Ue

Venezia
Bocciati in tema di piste ciclabili, ma anche per numero di metri quadri verdi destinati alla popolazione. Il Veneto che si muove e che si lamenta quotidianamente del traffico, della mancanza di metropolitane di superficie, nell'ambito dell'udo delle due ruote non svetta: anche se una precisazione risulta quanto meno doverosa: se le piste ciclabili e le aree verdi fruibili sono poche, anche la voglia di pedalare non è da meno: pochi veneti infatti ammettono di spostarsi per lavoro o per andare a scuola con la bici.

La situazione generale che emerge da un'analisi fatta dall'Arpa del Veneto non è soddisfacente: la media di piste ciclabili monitorate in alcuni centri urbani veneti che la Ue ha preso quale riferimento è di 0,56 metri pro capite, contro una media europea che si attesta tra 1,5 e 3 metri per abitante. Certo uno sforzo negli ultimi cinque anni è stato fatto ed è evidente: la regione Veneto si è infatti impegnata con un Piano per potenziare la rete di strade destinate alle due ruote. Rispetto ai dati dei 2001 il miglioramento è notevole e generalizzato e conferma il trend positivo in atto da alcuni anni su tutto il territorio nazionale, che vede Veneto e Friuli Venezia Giulia fra le regioni che stanno cercando di colmare con più velocità il divario che ci divide dall'Europa.

Per circa un terzo dei comuni che sono stati paragonati ad amministrazioni di altri paesi europei omologhe per dimensioni, la disponibilità di piste ciclabili per abitante in cinque anni è cresciuta di oltre il 100\%. I maggiori miglioramenti sono stati registrati a Verona, Arzignano in provincia di Vicenza, Padova e Conegliano e in parte sono da attribuirsi ad un calo della popolazione. In molte aree invece è rimasta sostanzialmente stabile, ma ci sono anche città, come Arzignano ad esempio, dove è addirittura lievitata in cinque anni del 10\%.

La palma della "città in bicicletta" spetta a Padova con un'estensione di piste ciclabili di 88 chilometri, seguita da Verona con 53 e Venezia con 52, ma se si valuta la disponibilità pro capite questi capoluoghi scendono nelle posizioni centrali della graduatoria, mentre i valori più alti si registrano a Martellago, in provincia di Venezia, Selvazzano, in provincia di Padova e Conegliano. I dati sono abbastanza omogenei e variano tra 0,1 e 0,8 metri per abitante, con un valore medio di 0,38 metri per abitante.

Ma se la disponibilità di piste ciclabili non è delle migliori, anche le aree pedonali scarseggiano. In testa ai comuni virtuosi in questi ultimi cinque anni si è saldamente posizionata Treviso, ma anche Valdagno in provincia di Vicenza vanta una buona situazione, anche se siamo lontani dalla media europea di aree in cui è vietato l'uso della macchina che è di 111 metri quadrati per 100 abitanti.

Naturalmente svetta Venezia che vanta 468 metri quadrati, grazie alla particolare conformazione del suo territorio che preclude l'utilizzo di qualsiasi mezzo di trasporto se non acqueo.Carenti anche le aree verdi che sono usufruibili dai cittadini, intese come verde attrezzato, come parchi dove poter girare anche in bicicletta. Lo standard di legge è stato fissato a 9 metri quadrati per abitante, ma la maggior parte dei comuni del Veneto non raggiungono queste percentuali. Tuttavia negli ultimi cinque anni ci sono stati dei sostanziali miglioramenti: a Verona ad esempio la superficie verde è stata aumentata del 350 per cento. Peggioramenti invece per Bassano, Belluno e San Giovanni Lupatoto in provincia di Verona, probabilmente legati all'aumento della popolazione al quale non è però seguita la crescita degli spazi erbosi fruibili dai cittadini. Insomma, il Nordest verde sta cercando di raggiungere l'Europa, anche se il divario è ancora elevato, ma in questi ultimi cinque anni gli sforzi ssoprattutto dei capoluoghi sono stati davvero elevati.

Daniela Boresi