San Donà di Piave
Multe ai ciclisti: la rigida applicazione della normativa
non risolve il problema della sicurezza. A intervenire, in
modo critico ma anche costruttivo, sulla scelta della Polizia
Locale di sanzionare tutti i ciclisti che non utilizzano la
pista ciclabile dove questa esiste è l’associazione
Vivilabici, una delle più importanti realtà
del territorio a tutela di chi va in bici.
«Con l’eccezione di qualche brevissimo tratto
– spiega il presidente Gianni Murer – le piste
sono ciclopedonali e non ciclabili. Sono cioè riservate
sia ai pedoni che ai ciclisti senza alcuna linea di separazione
tra le due diverse utenze. In alcuni casi, vedi ad esempio
la pista di via Nazario Sauro, vi sono delle impronte di piedi
sparse qua e là che creano ancora più confusione
e costringono il ciclista che diligentemente percorre questa
pista a procedere con uno slalom tra pedoni che si spostano
da un lato all’altro senza preavviso. Il bravo ciclista
quindi senza volerlo arriva spesso alle spalle del pedone
creando situazioni di pericolo».
Perplessità anche per chi utilizza i marciapiedi: «I
ciclisti sono spesso costretti a utilizzare i marciapiedi
per tutelare la propria incolumità». Ed elenca,
in una lettera inviata anche al sindaco Francesca Zaccariotto
ed al comandante Danila Sellan, tutte le situazioni più
a rischio.
«In linea di principio siamo tutti d'accordo che laddove
ci sono le piste bisogna usarle ed è per questo che
noi chiediamo che vengano collegate fra di loro, però
molto spesso non è così. Il Comune ha fatto
tanto per quel che riguarda la ciclabilità, ma si deve
rendere conto che siamo solo agli inizi di un lavoro che poteva
e può essere fatto meglio e che richiede ancora tanti
interventi». «La pista ciclabile è utile,
deve essere ‘a norma’ e deve essere utilizzata
dal ciclista quando c’è ma è anche inefficace
per la sicurezza se non accompagnata da interventi che riguardano
la moderazione del traffico motorizzato. Noi abbiamo più
volte offerto la nostra collaborazione all’assessore
Giansilvio Contarin e dobbiamo riconoscere che alcuni nostri
suggerimenti in tema di sicurezza di piste ciclabili sono
stati recepiti, ma manca ancora una strategia globale: ogni
volta che abbiamo posto il problema ci è stato risposto
di attendere la definizione del piano urbano del traffico».
Fabrizio Cibin
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