Annone Veneto
Che sia interdisciplinare la progettazione del recupero a
pista ciclopedenale delle ferrovia dismessa. Per il naturalista
Michele Zanetti la ferrovia abbandonata Motta di Livenza-San
Vito, dopo quarant'anni di "abbandono", si è
trasformata in "un importante giacimento di biodiversità
naturale conservato come foresta lineare" ed è
quindi necessario per la progettazione non affidarsi solo
ai professionisti edili. D'altra parte per l'ingegner Enrico
Marin di Acque del Basso Livenza il sedime dell'ex ferrovia
è una importante opportunità per la posa di
sottoservizi a basso costo e rischio. Al convegno organizzato
dal Comune "La linea ferroviaria Motta di Livenza-San
Vito al Tagliamento e la sua trasformazione in pista ciclopedonale",
in occasione della prima giornata nazionale delle ferrovie
dimenticate, proclamata da Comodo (Confederazione per la Mobilità
Dolce), sono emersi aspetti di grande interesse, ma anche
problematici rispettto all'aspetto evidenziato da Zanetti.
"Potrebbe essere il classico bastone tar le ruote",
ha detto l'assessore Amalia Ruzzene, coordinatrice del dibattito.
Zanetti comunque è partito dall'esperienza del recupero
della linea Ostiglia-Treviso, dove per difendere la "biodiversità"
è sorto un comitato. E ancor più preziosi del
patrimonio naturale formatosi lungo i binari in quarnt'anni,
sarebbero, a parere del naturalista, i "triangoli morti"
di campagna creatisi lungo la ferrovia al momento della sua
costruzione.
"Se infatti sul sedime ferroviario - ha detto Zanetti
- ci sono tanti rovi, che comunque non sono piante così
banali e inutili come comunemente si pensa, è all'interno
dei cosiddetti angoli morti derivati dall'essere la ferrovia
una struttura lineare rigida che non può seguire in
modo preciso le proprietà a suo tempo espropriate per
realizzarla, che hanno trovato rifugio le piante presenti
nella campagna veneta cento anni fa. Lungo la foresta lineare
rappresentata attualmente dalla ferrovia Motta-San Vito è
conservato una importante testimonianza di piante un tempo
presenti e ora pressochè scomparse dalla nostra campagna.
Vicino ad Annone in particolare si sono farmati boschetti,
piccole paludi e prati stabili ondulati che sono una verà
rarità. E proprio per poter conservare e valorizzare
questo patrimonio di biodiversità che è necessario
pensare ad una progettazione interdisciplinare del recupero
della ferrovia e non affidarla solo agli ingegneri edili".
Da parte sue l'ingegnere Marin ha spiegato l'opportunità
offerta dall'ex ferrovia per la posa in sicurezza ed economia
della nuova condotta principale dell'acquedotto ed altri sottoservizi,
come i cavi telefonici o linee elettriche"
Maurizio Marcon
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